Abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Righetto, classe ’78, in MCS dal 1999. Oltre ad essere il nostro progettista elettronico, è responsabile della manutenzione macchinari. Grazie alla sua esperienza e competenza, col tempo è diventato un punto di riferimento per i suoi colleghi.
Buongiorno Andrea, puoi raccontarci brevemente qualcosa di te? Da quanto tempo lavori in MCS? Di cosa ti occupi attualmente?
Sono entrato in azienda nel 1999 ricoprendo la funzione di Responsabile della qualità. Il primo risultato che ottenni fu quello di fare un percorso per diventare valutatore interno e portare MCS a certificarsi secondo la norma ISO 9001.
In seguito per vari anni ho svolto il ruolo di Responsabile qualità affiancando la direzione dell’azienda. Ho sempre portato avanti il settore Ricerca&Sviluppo: ho seguito gran parte delle innovazioni che via via sono state introdotte in MCS.
Attualmente mi occupo della progettazione elettronica, dal punto di vista sia hardware che software. Nell’ultimo periodo, in parte a causa della situazione che stiamo attraversando, sono tornato a seguire di più la parte produttiva, in particolare alcuni ragazzi per farli crescere e diventare autonomi quanto prima.
Si dice che tu sia una persona curiosa, mai stanca di imparare e – diciamo così – con il pallino della tecnologia…
Nutro effettivamente molti interessi. Io di formazione sono un ingegnere, ma arrivato all’80% del mio percorso di ingegneria elettronica, mollai perché mi resi contro di essere entrato in un ambiente colto, ma che non si discostava da quanto dicevano i libri: un aspetto che non condividevo.
Mi piace il settore dell’elettronica, e in generale della tecnologia: penso che da un lato ti richieda grande energia per rimanere sempre aggiornato, dall’altro ti dà grande energia e motivazione perché hai costantemente l’opportunità di affrontare qualcosa di nuovo.
Quali sono gli aspetti più critici nell’ambito della progettazione elettronica di tastiere a membrana o interfacce uomo-macchina?
A mio avviso il problema più grosso è capire cosa vuole il cliente e renderlo consapevole di cosa effettivamente desidera. Il cliente richiede tante cose, ma poi occorre fare i conti con aspetti tecnici, funzionali, ecc. Alla fine è necessario arrivare a un compromesso efficace, perché far fare a un hardware o a un software più di quello per cui è nato comporta sempre dei problemi.
Quindi, secondo me, gli aspetti critici non sono quelli tecnici, i quali sono comunque affrontabili e superabili con metodo, ma quelli commerciali nel senso di capire cosa i clienti desiderano.
MCS inoltre è un’azienda che non realizza il prodotto finito, quindi non ha il problema di analizzare ogni possibile sfaccettatura a livello tecnico. Noi realizziamo solo una parte, sulla quale possiamo focalizzarci completamente.
Quanto conta la creatività nella progettazione elettronica?
Per me la progettazione elettronica è come la matematica, non è un’opinione. La creatività si applica non tanto sul risultato finale, che in un certo senso è dato, ma su come arrivi al risultato, su come riesci ad aggirare un possibile ostacolo. La creatività pertanto risiede nel come risolvi i problemi.
Immagino che anche per te il PC sia il principale strumento di lavoro…
Nel mio lavoro parto sempre da una prima fase su carta, per individuare le macro-aree che vanno discusse con il cliente e che poi devo approfondire a livello di schema per la parte elettronica. Poi ovviamente il tutto va a finire dentro un PC con tutti i programmi di supporto.
Qual è il progetto che ti ha dato maggiore soddisfazione?
Direi quello riguardante un sistema di tracciamento delle flotte aziendali. Possiamo definirlo un lavoro “storico”: il progetto risale al 2002, ma continua a funzionare perfettamente con l’hardware che studiammo allora.
Il committente nel tempo ha cercato alternative o migliorie rivolgendosi ad altri fornitori, ma alla fine è sempre tornato da noi. Da un certo punto di vista questo hardware è “vecchio”, ma continua a funzionare meglio di altre soluzioni più recenti o moderne.
In base alla tua esperienza, quali sono le caratteristiche vincenti di MCS?
Il fatto che affrontiamo senza timore le sfide che quotidianamente ci troviamo di fronte: più interessante è la sfida e maggiore è la voglia di affrontarla.
MCS è un bell’ambiente per le persone, che si sentono motivate. Chi ha voglia di correre e di progredire, in MCS trova tutte le opportunità.
L’azienda inoltre ha una struttura più orizzontale che verticale: è una piramide molto schiacciata. È una struttura che ci consente di essere più agili e veloci nel rispondere alle richieste dei clienti.
Intervista a cura di Mauro Zamberlan – Ufficio Marketing MCS