Nei nostri post spesso abbiamo fatto riferimento al concetto di ergonomia. Nella progettazione dei nostri prodotti, infatti, prendiamo in considerazione tutte le caratteristiche che influenzano la funzionalità di un prodotto, essenziali per facilitarne sia la produzione che la fruizione. In questo post desideriamo approfondire un po’ questo concetto.
Cosa significa ergonomia? Il termine deriva dalle parole greche érgon (lavoro) e ńomos (regola, legge) e indica quella scienza applicata interdisciplinare che si occupa dell’interazione tra l’uomo e il suo ambiente.
È rilevante in diversi ambiti: dalla disposizione dei comandi di una plancia di controllo di un veicolo, alla forma di un manipolo medicale alle sedia della postazione di lavoro in ufficio.
L’ergonomia si divide in tre grandi ambiti di studio e di intervento: Ergonomia Fisica, Ergonomia Cognitiva ed Ergonomia Organizzativa.
In particolare l’ergonomia cognitiva studia il comportamento dell’uomo nell’interazione con macchine, attrezzature o strumenti informatici e multimediali al fine di migliorare il rapporto tra l’essere umano e gli strumenti che utilizza, soprattutto nel lavoro.
Tale miglioramento ha lo scopo di garantire un’interazione corretta fra l’uomo ed il sistema (che può essere anche una tastiera) così da poter lavorare in maniera efficace e sicura.
Alcuni cenni storici
L’ergonomia come disciplina scientifica muovi i primi passi nel corso della seconda guerra mondiale quando lo psicologo Alphonse Chapanis rilevò che gli errori commessi dai piloti di Boeing B-17 in caso di atterraggi di emergenza erano dovuti alla vicinanza di comandi indistinguibili.
Uno dei fondatori dell’ergonomia cognitiva è sicuramente lo psicologo e ingegnere americano Donald Norman, che già negli anni 60’ del secolo scorso aveva iniziato a sottolineare l’importanza di progettare strumenti lavorativi in ottica ergonomica. Nei successivi vent’anni Norman nelle sue ricerche ribadì il ruolo centrale dell’uomo nel gestire e utilizzare sia i macchinari che le tecnologie informatiche.
In Italia Sebastiano Bagnara, docente universitario di ergonomia, sottolinea l’importanza dell’ergonomia cognitiva nel contribuire al benessere psicofisico dell’uomo durante l’esperienza di interazione con i sistemi macchina e informatici. Questo, ovviamente, a beneficio delle performance lavorative e della produttività aziendale.
I vantaggi dell’ergonomia cognitiva
Progettare in ottica di ergonomia cognitiva, significa mettere a disposizione dell’utente soluzioni efficaci che rendono l’esperienza di interazione tra l’uomo e il sistema macchina più armonica, ma soprattutto fluida ed efficace.
L’ergonomia cognitiva può contribuire in maniera significativa a migliorare il mondo del lavoro e non solo per quanto riguarda l’aspetto tecnologico, produttivo e della sicurezza, ma anche dal punto di vista del benessere del lavoratore.
Ricadute sul benessere lavorativo
Progettare interfacce in ottica ergonomica, favorisce sia la percezione che l’elaborazione mentale delle informazioni e questo permette di eseguire attività lavorative in maniera chiara, semplice e, soprattutto, in sicurezza evitando il sovraccarico mentale.
Bisogna, infatti, considerare l’importanza dell’ergonomia cognitiva rispetto all’impegno mentale richiesto quando si stabiliscono rapporti tra uomo e macchine/strumenti tecnologici, che siano tastiere a membrana, serie di interruttori, ecc.
Le interfacce che fanno da tramite tra l’uomo e tali strumenti stimolano i processi cognitivi del soggetto ad attivarsi tramite input sensoriali di carattere visivo, uditivo e/o tattile.
Il soggetto, quindi, elabora le informazioni, le memorizza, attinge alle informazioni già presenti nella sua memoria (relative alla sua formazione e al ricordo di esperienze simili vissute in passato) e quindi valuta come agire e quali comportamenti e azioni mettere in atto.
Ecco, quindi, che la progettazione di interfacce che prevedono input semplici e chiari favorisce un’esperienza di usabilità all’insegna della concentrazione e della sicurezza, nell’ottica di prevenire errori e situazioni rischiose per la propria salute fisica e mentale.
Inoltre l’ergonomia cognitiva ha un ruolo importante anche nell’inclusione sociale, in quanto si basa sull’osservazione delle diversità dell’uomo e sullo studio dell’evoluzione delle sue esigenze nel corso del tempo.
La biodiversità e le diverse esigenze, a seconda delle caratteristiche peculiari di ognuno di noi, sono aspetti centrali nello studio della progettazione di strumenti, attrezzature e interfacce da parte degli ergonomi. Questo favorisce l’inclusione nel mondo del lavoro anche di soggetti con disabilità, favorendo l’integrazione e l’equità sociale.
L’ergonomia per MCS
Nell’ergonomia la stretta collaborazione tra psicologia e ingegneria migliora concretamente il rapporto tra l’uomo e i suoi strumenti. Un effetto che abbiamo ben presente quando progettiamo un prodotto per i nostri clienti, che sia una tastiera a membrana o un contenitore per l’elettronica.
Prima di presentare un progetto a un cliente, disegniamo grafiche, forme o strutture con i software Cad, per poi simularle con delle stampe su carta – per quanto riguarda gli aspetti puramente grafici – oppure con la stampa 3D in caso di oggetti tridimensionali.
In questo modo riusciamo a testare la funzionalità di un prodotto, a simulare l’utilizzo finale e a valutare quindi l’ergonomia d’insieme.